Un anarchico contro la guerra, (esce con lo pseudonimo di Furio Sbarnemi) – La Nuova Italia – Firenze 1973 – la prima ed. nel 1918 (2a ed. Gwynplaine, Camerano 2010)



Introduzione 

di Bruno Misèfari 

Fu mio compagno di scuola.
Aveva il volto pallido e pensoso del sognatore, gli occhi lampeggianti di anima e il sorriso – sorriso di bontà – quasi stampato sulle labbra.
Figlio di montagnardi calabresi, aveva nelle vene tutto il calore della sua terra vulcanica e nel cuore tutti i sorrisi del suo cielo azzurro e gloriato di sole.
Era un ribelle nato. Ed ebbe perciò, anche lui, le sfumature della persecuzione statale. Ma egli viveva troppo di sogno per risentirsene. Le cose piccole e grette della vita contemporanea di cui molti si nutrono e si compiacciono, non eran fatte per lui.
«Era scritto», dicono gli orientali.
Per lui era scritta la fine. Non mi meravigliai perciò quando seppi che il torrente sanguinoso della guerra lo aveva travolto per sempre.
A guerra finita, ebbi il suo diario. Gli appunti del mio amico, anche se poveri di preziosità letteraria, contribuiscono al rinnovellamento dell’ordine sociale, e ciò mi basta.
È una battaglia contro la civiltà contemporanea ed un inno alla resurrezione dell’uomo. Ha diritto di cittadinanza nelle ampie vie del mondo.
Leggete il suo diario, vi dirà che il suo gesto non può essere giudicato da voi, ma dalla storia. 

da Diario di un disertore
scritto da Bruno Misèfari nel carcere di Zurigo nel 1918 


Quando la giustizia non sarà la druda infame delle tirannidi, quando l’amore non sarà deriso, quando l’oro non sarà Dio, quando la libertà sarà religione e unica nobiltà il lavoro,  allora, solo allora il mio rifiuto alla guerra sarà benedetto.

da Diario di un disertore



L’esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l’apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull’orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana.

da Diario di un disertore


Sapete cos’è la guerra? La ferocia dov’era la bontà, l’odio dov’era l’amore, il pianto dov’era la gioia. La profanazione di anima e di corpi, la mutilazione della vita, la ribellione della natura .

da Diario di un disertore